Dicono di noi
L’identità musicale di Genova, ben al di là della figura iconica (e fagocitante) di Paganini, si ramifica in una fitta trama di connessioni culturali e in una pluralità di paesaggi sonori, ancora oggi, in buona parte, da esplorare. Una rivalutazione globale di questa costellazione storica è adesso al centro del progetto “Civiltà musicale genovese”, lanciato dal Teatro Carlo Felice (che festeggia i 30 anni dalla ricostruzione) e dal suo nuovo sovrintendente Claudio Orazi.
La settimana prossima, in un significativo exploit è la prima esecuzione in tempi moderni dell’opera Bianca e Fernando, nella versione che il 7 aprile 1828 inaugurò il Teatro Carlo Felice (…).
L’identità musicale di Genova, ben al di là della figura iconica (e fagocitante) di Paganini, si ramifica in una fitta trama di connessioni culturali e in una pluralità di paesaggi sonori, ancora oggi, in buona parte, da esplorare. Una rivalutazione globale di questa costellazione storica è adesso al centro del progetto “Civiltà musicale genovese”, lanciato dal Teatro Carlo Felice (che festeggia i 30 anni dalla ricostruzione) e dal suo nuovo sovrintendente Claudio Orazi.
La settimana prossima, in un significativo exploit è la prima esecuzione in tempi moderni dell’opera Bianca e Fernando, nella versione che il 7 aprile 1828 inaugurò il Teatro Carlo Felice (…).
Uno degli scopi principali di una Fondazione lirica dovrebbe essere quello di valorizzare il patrimonio musicale ed artistico del suo territorio in un continuo e reciproco dialogo di collaborazione. Fedele a questa missione il Teatro Carlo Felice di Genova si è posto il rischioso obiettivo di proporre al pubblico genovese un’importante pagina della sua storia attraverso la rappresentazione dell’opera Bianca e Fernando di Vincenzo Bellini, che inaugurò il Teatro il 7 aprile 1828.
(…)
Ottimo il lavoro compiuto da Donato Renzetti. L’avvicinamento cauto e rispettoso del direttore allo spartito si avverte fin dalle prime battute e coll’andare avanti del dramma colori, dinamiche e drammaticità si intrecciano, delineando un insieme compatto ed omogeneo di chiara efficacia teatrale.
Una sala gremita da un pubblico curioso e attento ha siglato il successo dell’operazione (…).
Uno degli scopi principali di una Fondazione lirica dovrebbe essere quello di valorizzare il patrimonio musicale ed artistico del suo territorio in un continuo e reciproco dialogo di collaborazione. Fedele a questa missione il Teatro Carlo Felice di Genova si è posto il rischioso obiettivo di proporre al pubblico genovese un’importante pagina della sua storia attraverso la rappresentazione dell’opera Bianca e Fernando di Vincenzo Bellini, che inaugurò il Teatro il 7 aprile 1828.
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Ottimo il lavoro compiuto da Donato Renzetti. L’avvicinamento cauto e rispettoso del direttore allo spartito si avverte fin dalle prime battute e coll’andare avanti del dramma colori, dinamiche e drammaticità si intrecciano, delineando un insieme compatto ed omogeneo di chiara efficacia teatrale.
Una sala gremita da un pubblico curioso e attento ha siglato il successo dell’operazione (…).
Aggiornamento statistico. Ieri sera la mia recita d’opera numero 1.860: “Bianca e Fernando” al Carlo Felice, e solita non recensione della serata. Ovviamente impossibile perdere l’occasione (più rara che unica, comunque) di ascoltare questo Bellini… Dirige con la consueta strabiliante facilità Donato Renzetti.
Aggiornamento statistico. Ieri sera la mia recita d’opera numero 1.860: “Bianca e Fernando” al Carlo Felice, e solita non recensione della serata. Ovviamente impossibile perdere l’occasione (più rara che unica, comunque) di ascoltare questo Bellini… Dirige con la consueta strabiliante facilità Donato Renzetti.
Bianca e Fernando è l’opera che il 7 aprile 1828 inaugurò alla presenza dei reali sabaudi il nuovo Teatro Carlo Felice di Genova, con Vincenzo Bellini sul podio. Per celebrare quest’apertura furono mobilitati i più grandi operisti del tempo, da Gaetano Donizetti (Alina regina di Golconda) a Francesco Morlacchi (Colombo). Ma a differenza di queste partiture, la musica di Bianca e Fernando è stata per un secolo oggetto di ricostruzioni basate sulla prima versione dell’opera (Bianca e Gernando, libretto di Domenico Gilardoni) andata in scena al San Carlo due anni prima. Quanto Bellini fu invitato a Genova decise di riprenderla e, stavolta, su versi di Felice Romani, la riscrisse in molte parti, andate poi disperse. Grazie a a un capillare lavoro di ricerca promosso dal Carlo Felice con la musicologa Graziella Seminara, questi materiali sono tornati alla luce, rendendo a tutti gli effetti la messa in scena di Bianca e Fernando una prima esecuzione moderna (…).
Bianca e Fernando è l’opera che il 7 aprile 1828 inaugurò alla presenza dei reali sabaudi il nuovo Teatro Carlo Felice di Genova, con Vincenzo Bellini sul podio. Per celebrare quest’apertura furono mobilitati i più grandi operisti del tempo, da Gaetano Donizetti (Alina regina di Golconda) a Francesco Morlacchi (Colombo). Ma a differenza di queste partiture, la musica di Bianca e Fernando è stata per un secolo oggetto di ricostruzioni basate sulla prima versione dell’opera (Bianca e Gernando, libretto di Domenico Gilardoni) andata in scena al San Carlo due anni prima. Quanto Bellini fu invitato a Genova decise di riprenderla e, stavolta, su versi di Felice Romani, la riscrisse in molte parti, andate poi disperse. Grazie a a un capillare lavoro di ricerca promosso dal Carlo Felice con la musicologa Graziella Seminara, questi materiali sono tornati alla luce, rendendo a tutti gli effetti la messa in scena di Bianca e Fernando una prima esecuzione moderna (…).
Il 18 ottobre 1991 si inaugurava (con Il trovatore) il “nuovo” Carlo Felice, ricostruito dall’architetto Aldo Rossi: tre decenni dopo, il Sovrintendente Claudio Orazi celebra l’anniversario riproponendo il melodramma serio in due atti di Vicenzo Bellini Bianca e Fernando, in programma dal 19 al 30 novembre con la direzione di Donato Renzetti e la regia, le scene e i costumi di Hugo De Ana. Si tratta, infatti, dell’opera che il 7 aprile 1828 inaugurò il Teatro stesso, come ricorda una cronaca del tempo “alla presenza de’ Reali Sabaudi, tra i giubilo e l’ammirazione de’ cittadini e de’ molti forestieri tratti a Genova da così splendida festa”. Ma sarà solo la prima tappa di un progetto di rilancio del teatro (…).
Il 18 ottobre 1991 si inaugurava (con Il trovatore) il “nuovo” Carlo Felice, ricostruito dall’architetto Aldo Rossi: tre decenni dopo, il Sovrintendente Claudio Orazi celebra l’anniversario riproponendo il melodramma serio in due atti di Vicenzo Bellini Bianca e Fernando, in programma dal 19 al 30 novembre con la direzione di Donato Renzetti e la regia, le scene e i costumi di Hugo De Ana. Si tratta, infatti, dell’opera che il 7 aprile 1828 inaugurò il Teatro stesso, come ricorda una cronaca del tempo “alla presenza de’ Reali Sabaudi, tra i giubilo e l’ammirazione de’ cittadini e de’ molti forestieri tratti a Genova da così splendida festa”. Ma sarà solo la prima tappa di un progetto di rilancio del teatro (…).
Une exhumation que l’on dira d’emblée mémorable!
(Una ricostruzione che potremmo definire in una parola: memorabile!)
Une exhumation que l’on dira d’emblée mémorable!
(Una ricostruzione che potremmo definire in una parola: memorabile!)
Für eine solche doch recht einfach gestrickte Geschichte wäre ein realistisches Ambiente nicht am Platz gewesen, und der Regisseur Hugo De Ana als sein eigener Bühnen- und Kostümbildner hatte teilweise abstrakte Bilder entworfen, die aber immer wieder Poesie verströmten und etwa in der Anordnung weinender weibliche Gestalten durchaus auch an Canova erinnerten (…).
(Per una storia così semplice, un ambiente realistico non sarebbe stato appropriato, e il regista Hugo De Ana, in qualità di scenografo e costumista, aveva disegnato alcuni quadri astratti, che trasudavano poesia, ricordando nella disposizione delle figure femminili piangenti anche il Canova.)
Am Pult des Orchesters des Hauses erwies sich Donato Renzetti als ausgezeichneter Sachwalter von Bellinis Jugendwerk (…).
(Sul podio dell’orchestra di casa Donato Renzetti si dimostra un ottimo interprete dell’opera giovanile di Bellini)
Ausgezeichnet auch der von Francesco Aliberti einstudierte Chor des Hauses, der so kraftvoll wie nuanciert sang, obwohl er Masken trug. Die Georgierin Salome Jicia war mit schön timbriertem Sopran eine intensive Bianca, die sich in den dramatischen Ausbrüchen besonders wohl fühlte, aber auch das melancholische Duett mit ihrer Dienerin Aloisa
(La georgiana Salome Jicia era un’intensa Bianca con un soprano dal timbro bellissimo, che si sentiva particolarmente a suo agio nelle esplosioni drammatiche, ma anche nel duetto malinconico con la sua serva Aloisa)
Für eine solche doch recht einfach gestrickte Geschichte wäre ein realistisches Ambiente nicht am Platz gewesen, und der Regisseur Hugo De Ana als sein eigener Bühnen- und Kostümbildner hatte teilweise abstrakte Bilder entworfen, die aber immer wieder Poesie verströmten und etwa in der Anordnung weinender weibliche Gestalten durchaus auch an Canova erinnerten (…).
(Per una storia così semplice, un ambiente realistico non sarebbe stato appropriato, e il regista Hugo De Ana, in qualità di scenografo e costumista, aveva disegnato alcuni quadri astratti, che trasudavano poesia, ricordando nella disposizione delle figure femminili piangenti anche il Canova.)
Am Pult des Orchesters des Hauses erwies sich Donato Renzetti als ausgezeichneter Sachwalter von Bellinis Jugendwerk (…).
(Sul podio dell’orchestra di casa Donato Renzetti si dimostra un ottimo interprete dell’opera giovanile di Bellini)
Ausgezeichnet auch der von Francesco Aliberti einstudierte Chor des Hauses, der so kraftvoll wie nuanciert sang, obwohl er Masken trug. Die Georgierin Salome Jicia war mit schön timbriertem Sopran eine intensive Bianca, die sich in den dramatischen Ausbrüchen besonders wohl fühlte, aber auch das melancholische Duett mit ihrer Dienerin Aloisa
(La georgiana Salome Jicia era un’intensa Bianca con un soprano dal timbro bellissimo, che si sentiva particolarmente a suo agio nelle esplosioni drammatiche, ma anche nel duetto malinconico con la sua serva Aloisa)
Mundo Clasico
La nueva producción de De Ana tiene mucho de lo bueno suyo: gran movimiento, despliegue técnico, mimos, mucho movimiento, decorados y trajes bellísimos … y, como siempre, en eso se queda aunque mueve bien a los artistas.
En la parte musical, Renzetti consigue una buena interpretación de la orquesta y también el coro está bien, y cuida mucho a los cantantes (…). (La nuova produzione di De Ana ha molte delle sue cose buone: grande movimento, esibizione tecnica, coccole, molto movimento, bellissime scenografie e costumi… e, come sempre, è quello con cui rimane, anche se commuove bene gli artisti.
Nella parte musicale Renzetti riesce a interpretare bene l’orchestra e anche il coro, e si prende molta cura dei cantanti)
Bellininews.it (recensione Jorghe Binaghi)
Eccellente idea questa del Teatro Carlo Felice di Genova di riproporre la seconda fatica lirica di Bellini, che nel lontano 1828 veniva scelta per l’inaugurazione in presenza dell’allora regnante e con grande successo (…). Il nuovo allestimento di Hugo De Ana è un altro tipico esempio delle virtù e delle limitazioni del noto regista argentino, bellissimo, molto movimentato e animato da tanti mimi e bandiere al vento, bei costumi e affascinanti scene piuttosto atemporali, azzeccati movimenti di artisti (…) La direzione musicale di Donato Renzetti era più che corretta e aveva il merito di stare molto attenta ai cantanti. Orchestra e coro (istruito da Francesco Alberti) del Teatro erano in forma molto buona.
Mundo Clasico
La nueva producción de De Ana tiene mucho de lo bueno suyo: gran movimiento, despliegue técnico, mimos, mucho movimiento, decorados y trajes bellísimos … y, como siempre, en eso se queda aunque mueve bien a los artistas.
En la parte musical, Renzetti consigue una buena interpretación de la orquesta y también el coro está bien, y cuida mucho a los cantantes (…). (La nuova produzione di De Ana ha molte delle sue cose buone: grande movimento, esibizione tecnica, coccole, molto movimento, bellissime scenografie e costumi… e, come sempre, è quello con cui rimane, anche se commuove bene gli artisti.
Nella parte musicale Renzetti riesce a interpretare bene l’orchestra e anche il coro, e si prende molta cura dei cantanti)
Bellininews.it (recensione Jorghe Binaghi)
Eccellente idea questa del Teatro Carlo Felice di Genova di riproporre la seconda fatica lirica di Bellini, che nel lontano 1828 veniva scelta per l’inaugurazione in presenza dell’allora regnante e con grande successo (…). Il nuovo allestimento di Hugo De Ana è un altro tipico esempio delle virtù e delle limitazioni del noto regista argentino, bellissimo, molto movimentato e animato da tanti mimi e bandiere al vento, bei costumi e affascinanti scene piuttosto atemporali, azzeccati movimenti di artisti (…) La direzione musicale di Donato Renzetti era più che corretta e aveva il merito di stare molto attenta ai cantanti. Orchestra e coro (istruito da Francesco Alberti) del Teatro erano in forma molto buona.
Excelente idea, la del Teatro Carlo Felice genovés, de recuperar la obra de Vincenzo Bellini que inauguró (en su segunda versión revisada) con gran éxito en 1828 (…).
(Ottima idea, quella del Teatro genovese Carlo Felice, di recuperare l’opera di Vincenzo Bellini che inaugurò (nella sua seconda versione riveduta) con grande successo nel 1828).
Excelente idea, la del Teatro Carlo Felice genovés, de recuperar la obra de Vincenzo Bellini que inauguró (en su segunda versión revisada) con gran éxito en 1828 (…).
(Ottima idea, quella del Teatro genovese Carlo Felice, di recuperare l’opera di Vincenzo Bellini che inaugurò (nella sua seconda versione riveduta) con grande successo nel 1828).